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The Official Website of Andrew Vachss
 

Conversazione con Andrew Vachss
Il terrore del male

di Antonello Catacchio
Il Manifesto, December 2000.


Non sono in molti a conoscerlo, anche se negli Usa è uno scrittore di successo. Da noi sono stati pubblicati solo pochi suoi romanzi, ultimi in ordine di tempo "La seduzione del male" (Sperling & Kupfer) e "Giù nel nulla" (Frassinelli). Ma quella di scrittore potrebbe essere considerata attivitá di complemento di Vachss, lui avvocato.

Anche se prima si è formato come investigatore federale sulle malattie trasmesse sessualmente (e ha scoperto i primi orrori sui bimbi), poi come assistente sociale, sindacalista, inviato dall'Onu in Biafra per soccorrere soprattutto i bimbi, poi ancora direttore di un carcere di massima sicurezza per ragazzi violenti (dove ha scardinato ogni regola e pregiudizio), e a quel punto dopo avere visto i minori strapazzati in ogni dove ha deciso di laurearsi in legge (con borsa di studio) per diventare avvocato e difenderli.

Attraverso i libri persegue tre obiettivi: divulgare attraverso la fiction alcuni orrori della realtà, conseguire una certa notorietà e avere così maggior riscontro sui media e soprattutto incamera quattrini (anche se non vuole cedere diritti a Hollywood) che gli permettono di fare l'avvocato a modo suo. Fare l'avvocato a modo suo significa difendere quanti subiscono abusi, anche se non hanno soldi, soprattutto se bambini.

Da tempo è noto che la giustizia non è solo questione di verità ma di quattrini e un buon avvocato può fare molto. Ma non tutti hanno la possibilità di averlo. Vachss è un buon avvocato, con un curriculum singolare che lo porta ad essere più un personaggio da romanzo che una persona reale. Persona reale che si presenta con una benda nera sull'occhio destro, ma lui non vuole dare spiegazioni su questo. E non vuole divagare, ha la sua battaglia da combattere. "Se un macigno sta per arrivarti sulla testa è inutile che tu ti faccia domande, quello arriva e ti schiaccia. Bisogna fare qualcosa". Il macigno che ci minaccia è la violenza sui minori, perchè ogni minore che abbia subito violenza ha ottime probabilità di divenire a sua volta un mostro criminale. Quindi, dice Vachss, "se si vuole preservare la specie, bisogna preservare i piccoli dai pedofili predatori". E prosegue: "in guerra non fa differenza se uno ti spara con un fucile o con un mitra" per questo in questa guerra, secondo Vachss, non bisogna fare chiacchiere ma combattere.

E lui combatte. È intervenuto per fare in modo che i ragazzini non potessero essere adescati via Internet, chattando in biblioteca. Non è questione di censura, ma di prevenzione. "A me non importa se due persone si scambiano fantasie sessuali sui bambini" incalza "ma quando dalle parole si passa alle foto, ai film, al commercio quello è un'altra cosa. La libertà di parola va bene, ma come interpretare quello che minacciandoti con una pistola ti dice 'dammi il portafogli'? Anche lui sta solo parlando ma..." Quella di Vachss a difesa dei minori abusati è ormai una sorta di crociata che lui combatte con competenza e intransigenza, pur senza nascondersi alcune difficoltà, come quella derivante dal fatto che, negli Usa, il 98% delle violenze sui minori avviene in famiglia.

E proprio su quello bisogna intervenire, per evitare che la famiglia diventi terrritorio di incubazione per nuovi mostri. Bisogna spezzare questa catena, senza pregiudizi e senza perdersi in troppe chiacchiere.



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